Archivi categoria: Selvicoltura Sistemica: Tanto Rumore attorno al Nulla

La «Selvicoltura sistemica»: elisir di lunga vita pei boschi nostrani.

Si esamina il significato di “autopoiesi” e il significato di “bosco autopoietico” nel contesto della “selvicoltura silvo-sistemica”, giungendo alla conclusione che si tratta di una visione mistico-animistica delle foreste. Si rileva anche la genericità delle prescrizioni selvicolturali e delle indicazioni per la gestione dei boschi fornite dai “silvo-sistemici”, perché prive di ogni fondamento sperimentale, basate su concezioni ideologiche dell’ecologia profonda e dell’epistemologia post-moderna.

La selvicoltura dei «silvo-sistemici»

Si pone in rilievo che la «selvicoltura» è un’attività continuativa, specifica, la quale non si riduce ad enunciazione di principi generali (eco-sostenibilità, grado di “naturalità”, “perpetuità”, ecc.). Essa si fonda sull’applicazione di «sistemi selvicolturali», che devono tener conto non solo dei caratteri ecologici specifici delle biocenosi boschive, ma anche del contesto economico-sociale dell’ambiente in cui si opera. Per coltivare il bosco (far «selvicoltura) bisogna avere un piano operativo, proiettato nel tempo, che garantisca una persistenza del «bosco», una continuità nell’erogazione dei benefici, compatibilmente con le risorse economiche disponibili. Si esaminano vari “sistemi selvicolturali”, mostrando come le indicazioni operative della “selvicoltura silvo-sistemica” siano piuttosto generiche e tali da non essere applicabili nelle diverse situazioni ecologiche ed ambientali della realtà forestale italiana.

Cosa si cela nello scrigno della “selvicoltura classica”

Si esamina se il «riduzionismo», il «meccanicismo» e l’«antropocentrismo» del pensiero di Descartes, (dopo Newton, Bacone, Galilei e Einstein) hanno influito negativamente sullo sviluppo della «selvicoltura classica». L’avversione dei «silvo-sistemici» per il metodo sperimentale e per il pensiero di questi filosofi derivano da preconcetti ideologici estranei alla pratica colturale dei boschi. Il concetto di «ecologia» di Haeckel e degli studiosi della natura differisce dal «pensiero ecologico» degli ambientalisti, fondato di frequente su visioni mistiche, irrazionali ed antiscientifiche della natura. La «selvicoltura classica» [comprendente la «selvicoltura finanziaria», la «selvicoltura naturalistica» e la «selvicoltura su basi ecologiche»] è una inconsistente personale classificazione dei «silvo-sistemici».

Quante “selvicolture” ?

Si affronta il tema delle diverse “selvicolture”, catalogate come “classiche” dai “silvo-sistemici”, per individuare la specificità del “paradigma silvo-sistemico”, la concretezza delle analisi filosofico-epistemologiche, la concezione di “bosco” e altro ancora.

Ancora sulla selvicoltura

Si contestano le affermazioni del professor Ciancio circa l’origine della “selvicoltura”, dimostrando che per giustificare la validità scientifica della “selvicoltura sistemica” si ricorre talvolta a manipolazioni di fatti storici e ad alterazioni semantiche.

Le strane definizioni dei “selvicoltori sistemici”

Alcune definizioni dei «silvo-sistemici» sono del tutto inusuali (qualcuno direbbe “strambe”). Analizzando “definizioni” utilizzate in diversi paesi, in epoche diverse, si mettono in evidenza incongruenze logiche, distorsioni ed approssimative interpretazioni dei “silvo-sistemici” sui caratteri della “selvicoltura” e del “bosco”.

Che cos’è mai la Selvicoltura: una Scienza, una Tecnica, un’Arte ? Secondarie considerazioni

In questa seconda parete si prosegue nell’analisi dell’appassionante interrogativo dei selvicoltori-sistemici: “Selvicoltura, scienza, tecnica, arte ?”, cercando di comprendere il concetto di “bosco – “sistema auto-poietico complesso detentore di diritti” e di altre criptiche espressioni.

Che cos’è mai la Selvicoltura: una Scienza, una Tecnica, un’Arte ? Primarie considerazioni

I «selvicoltori sistemici» si interrogano spesso su cosa sia la selvicoltura (scienza, tecnica, arte?!) dando interpretazioni diverse, spesso contradditorie, che lungi dall’apportare chiarezza sulle caratteristiche di questa attività di coltivazione del bosco (silva-colĕre), introducono surrettiziamente concezioni organicistiche sulle biocenosi forestali. Si analizza la concezione di «scienza», «bosco» e «selvicoltura» di un recente scritto del fondatore della «selvicoltura sistemica», criticandone il contenuto e l’approccio metodologico.

Il paradigma della selvicoltura sistemica

La validità scientifica della «selvicoltura sistemica» è stata acclarata dall’unanime plauso dei partecipanti al “Terzo Congresso Nazionale di Selvicoltura per il miglioramento e la conservazione dei boschi italiani”. Si esamina l’inusuale procedura di validazione scientifica adottata. Inoltre, vengono criticate alcune affermazioni del professor Orazio Ciancio in merito alla validità di questa scoperta paradigmatica.